Quando si inizia una analisi il primo compito dello psicoanalista è quello di instaurare una “situazione analitica”, quello che in termini tecnici è definito setting.
Si spiega all’analizzando la necessità di fare un accordo nel quale si stabilisce il numero delle sedute, la loro durata ed il loro costo; che sarà invitato a stendersi su un lettino ed avrà l’analista fuori dalla sua visuale; soprattutto lo si informa su cosa ci si aspetta da lui nel tempo della seduta.
Nel nostro caso, dal punto di vista formale, avviene qualcosa di simile ma non identico a quello di una analisi personale.
Semplicemente perché non si sta facendo una analisi, ma un lavoro che ha uno scopo diverso e che quindi richiede una situazione ed un metodo diverso.
Lo psicoanalista non sarà fuori la visuale del soggetto ma seduto di fronte; non si limiterà ad una ascolto, ma interverrà attivamente dando indicazioni e partecipando alla discussione da una posizione non simmetrica: la posizione tipicamente ricoperta da chi si colloca in un ruolo di Tutor.
All’inizio viene specificata la struttura della proposta che noi definiamo informativa e formativa. La sua durata triennale, la tempistica settimanale, le modalità di esecuzione degli incontri, l’oggetto ed il metodo di studio o comunque una strutturazione che vada incontro il più possibile alle esigenze del richiedente.
La specificità di quanto andiamo a proporre consiste nel metodo. Infatti procediamo esattamente adottando lo stesso procedimento che Freud ha inaugurato con i suoi studi e che Jean Laplanche ha definito “a spirale”.
Di regola si può rappresentare con una linea retta l’aumento progressivo di sapere e conoscenza di un individuo e si può rappresentare con una linea retta che sale progressivamente.
Freud si comporta diversamente e questo lo vediamo in tutta la sua opera dove, già all’inizio, troviamo tutte le tematiche che saranno poi riprese negli scritti degli anni successivi, ma con una sostanziale differenza: questa progressione non è mai lineare e quindi raffigurabile con una linea retta.
Ad esempio, Freud torna su un determinato argomento dopo diversi anni ma, nel frattempo, ha acquisito nuove conoscenze che gli permettono di valutare in modo diverso e più ricco le esperienze precedenti.
Il percorso di Freud viene raffigurato con un movimento a spirale dove si torna, giro su giro, al medesimo punto ma ad un livello superiore di sapere.
Essere ad un livello superiore illumina diversamente tutto il sapere fino ad allora conosciuto.
In un certo senso qualcosa di simile alla “Teoria dei livelli” di Italo Calvino il quale scrive che la realtà si compone di diversi livelli e intervenendo su uno di questi si va a modificare anche il contenuto degli altri.
Il procedimento a spirale è quello che viene adottato in questo progetto.